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Scegliere una stampante fotografica
Per molte persone fare una foto significa guardarla attraverso un monitor e lasciarla lì per anni. Per un appassionato il prodotto finale, quello più facilmente fruibile, perché non necessità del computer, e il più piacevole, perché più vicino a un quadro, è la stampa finale. Per questo motivo, oltre al monitor, la scelta della stampante è importante, e per questo mi accingo a scrivere questi pochi consigli.
La prima scelta da fare è sulla tecnologia utilizzata. Oggi ne esistono tante, getto d'inchiostro, laser, sublimazione, pigmenti, ma districarsi è facile. Escludete subito le laser, che in termini fotografici hanno una pessima resa. Quelle a sublimazione hanno una buona resa, ma forti limitazioni nei formati di stampa e nei tempi. Più diffuse sono quelle a getto d'inchiostro. Offrono ottimi risultati in termini di qualità del colore, ampia gamma di formati, molte tecnologie di produzione delle gocce di inchiostro, dal momento che il mercato competitivo spinge ogni produttore a trovare sempre nuove soluzioni, ampia gamma di supporti di carta fotografica tra cui scegliere, e facile reperibilità delle cartucce. Se vogliamo trovarci un difetto è l'impossibilità di riprodurre il bianco e nero senza dominanti cromatiche; l'inchiostro grigio, infatti, non esiste, e viene riprodotto con un inchiostro che in realtà è un colore scuro, ma mai un grigio. Quelle ai pigmenti offrono buoni risultati sul colore, forse appena inferiori a quelle a getto d'inchiostro, ma possono fare ottime stampe in bianco e nero, perché i pigmenti sono realmente grigi. Purtroppo sono anche molto più costose di quelle a getto d'inchiostro: a voi la scelta in base alle vostre tasche.
Non mi soffermerò sui dettagli delle tecnologie con cui vengono prodotte le gocce di inch'iostro, ma dirò solo che oggi i maggiori produttori, Canon ed Epson (che sono anche le marche più diffuse tra fotografi e fotoamatori per la qualità degli inchiostri, della meccanica e delle carte), vendono stampanti capaci di produrre gocce estremamente piccole, a vantaggio della risoluzione.
A proposito di risoluzione, questa si misura in DPI (Dot Per Inches, cioé punti per pollice). In genere vengono riportate cifre ingannevoli sotto molti punti di vista. La risoluzione massima reale, infatti, rispetto a quelle riportate dalle pubblicità, si ricavano dividendo la cifra riportata per il numero di cartucce della stampante. Se la pubblicità ci dice che una stampante arriva a 9600 DPI e ha 6 cartucce, la risoluzione massima reale è data da 9600:6=1600 DPI. A questo si aggiunga che la risoluzione di una stampa fotografica non supera mai i 300-360 DPI, cifra che può essere inferiore se la stampa finale è di grandi dimensioni. L'occhio umano infatti farebbe fatica, o gli riuscirebbe impossibile, vedere dettagli più piccoli di 1/14 di millimetro (360 punti per pollice, cioé 360 punti su 25,6 millimetri, 14 punti per millimetro circa)! Tale è il valore con cui vengono stampate le immagini delle riviste: volete fare meglio del National Geographic e mettere più dettagli di quelli che è possibile vedere?
Altro dato fuorviante è la velocità di stampa. Non tanto perché di solito è riferita alla stampa di documenti su carta comune, e non di foto su carta fotografica, ma perché la velocità della stampa è un problema solo per il professionista che può trovarsi nella necessità di fare molte stampe in poco tempo. Dubito che il fotoamatore si trovi a dover risolvere lo stesso problema.
Più importante è il numero di cartucce. Per una buona stampa i colori presenti devono essere almeno 4 (la quadricromia, ciano, magenta, giallo e nero), possibilmente in cartucce separate. In quersto modo se un colore si esaurirà prima degli altri, sarà sufficente sostituire solo quello. Se sono di più è meglio, perché altre tonalità di inchiostro migliorano la resa cromatica. Prima di scegliere date anche un'occhiata a quanto costano le cartucce nuove, ci possono essere molte differenze non solo da marca a marca, ma anche da modello a modello. Fatevi i conti in tasca, sapendo che inchiostri più costosi sono migliori di inchiostri più economici (che vuol dire anche evitare le marche universali, generiche, ma usare solo quelli originali).
Meno importanti, ma utili sono poi altre caratteristiche, che possono essere o meno presenti. La connettività Wi-Fi, per permettere a molti computer di usare una sola stampante senza trasformare lo spazio in una ragnatela di fili di collegamento. Il Bluetooth, per stampare le foto del telefonino senza scaricarle nel computer. Il collegamento Pict-Bridge, per stampare collegando direttamente la fotocamera alla stampante (ma in entrambi questi ultimi casi io preferirei vedere ed elaborare la foto con Photoshop sullo schermo da 22" del computer piuttosto che con qualche funzioncina su uno da 3"). Può essere comoda per la stampa di molti documenti la funzione automatica fronte/retro, mentre può essere bello poter stampare sulla superfice di cd o dvd per personalizzarli con immagini e testo. Rimando ad altri articoli l'analisi della carta e della gestione del colore, profili, spazi di colore, calibrazione e altre misteriose questioni indispensabili al raggiungimento del nostro obiettivo: stupire tutti con le nostre stampe.